Le imprese mantovane vengono periodicamente contattate per telefono o per posta da soggetti con richieste di varia natura. Sebbene in tali richieste non possano ravvisarsi elementi illegali tuttavia queste iniziative possono ingenerare confusione con similari attività svolte dalla Camera di commercio. Nei paragrafi che seguono vengono elencati i casi finora noti con alcuni consigli a tutela delle imprese che possono segnalarne di nuovi all'indirizzo urp@mn.camcom.it.
Mail phishing "Corona Virus Safety Measures"
E' in atto una campagna phishing (campagna di mail a scopo doloso) che sfrutta il pretesto del Coronavirus per indurre gli utenti ad aprire un allegato contenente del codice malevolo. Per saperne di più...
Mail PEC malevola "Esazione Diritto Annuale 2020": raccomandazioni utili
E' in atto una massiccia campagna spam diretta alle caselle di posta elettronica certificata delle imprese con oggetto “POSTA CERTIFICATA: Esazione Diritto Annuale 2020“ e con allegati contenenti codice malware. Le PEC risultano spedite da indirizzi PEC ogni volta diversi. Si invita a non aprire gli allegati. Leggi il comunicato stampa
Mail PEC ingannevole "Questionario Febbraio 2020": raccomandazioni utili
E' in atto una massiccia campagna spam diretta alle caselle di posta elettronica certificata delle imprese con oggetto “Questionario Febbraio 2020“. Le PEC risultano spedite da indirizzi PEC ogni volta diversi. Leggi il comunicato stampa
False fatture
L'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) del Ministero dello Sviluppo economico segnala che sono in circolazione fatture, trasmesse a mezzo posta, con intestazione, logo, indirizzo e i contatti del Ministero e dell’UIBM, nonché il nome e la firma falsificata di un dirigente UIBM e un IBAN polacco per il pagamento. Si tratta di richieste che non provengono dall’UIBM e che pertanto sono fraudolente. In caso di ricezione gli utenti sono invitati a verificare attentamente il contenuto, a non pagare e a inviare copia alla Linea Diretta Anticontraffazione anticontraffazione@mise.gov.it
False telefonate
Alcune imprese sono state contattate da soggetti che, qualificatisi come dipendenti della Camera di commercio, chiedono la verifica dei dati aziendali tra cui anche le coordinate bancarie. Si ricorda che informazioni come l'indirizzo, l'attività dell'impresa e i nomi degli amministratori sono reperibili dal Registro delle Imprese, che per legge è pubblico, ma la Camera di commercio non richiede mai telefonicamente le coordinate bancarie dell'impresa.
La Camera di commercio, inoltre, diffonde tramite la stampa e il sito le interviste autorizzate.
Falsi ufficiali metrici
Le verifiche dell'ufficio metrico su bilance e altri sistemi di misura avvengono sempre su richiesta dell'utente e con pagamento tramite bonifico bancario. Diffidate di sedicenti funzionari camerali che si presentano all'ìimpresa senza essere stati chiamati e chiedendo il pagamento anticipato per verifiche o certificati di verifica e consultate l'elenco dei laboratori autorizzati. Gazzetta di Mantova 9-5-2019
Iscrizione in elenchi e registri
Alcuni soggetti, per lo più con sede all'estero, propongono aggiornamenti e verifiche dei dati aziendali (denominazione, indirizzo, recapiti vari) per l'inserimento nel "Registro del mercato nazionale" pubblicato online e/o in "Guide degli espositori" di fiere e manifestazioni, "Elenco ditte commercio - industria - artigianato", "Elenco merceologico nazionale", "CED - Centro Elaborazioni Dati","Repertorio Nazionale Registro Ditte Artigiane, Commerciali, Agricole e Industriali" e "Elenco ditte commercio industria-artigianato e agricoltura italiano", "Registro centrale europeo per la registrazione e la pubblicazione di numeri di partita IVA", "Ufficio registro dei marchi" e altre denominazioni simili.
Si tratta di registri/elenchi facoltativi e a pagamento che nulla hanno a che fare con le attività della Camera di commercio e non sussiste alcun obbligo di iscrizione.
Ogni comunicazione della Camera di commercio utilizza carta intestata che riporta il logo e l'esatta denominazione dell'ente. Facsimile richiesta di pagamento
Attenzione a bollettini/richieste di pagamento ingannevoli
Toni perentori, frasi allusive, condizioni contrattuali e natura dell'oggetto del contratto scritte in piccolo a fondo pagina indirizzate a neoimprenditori. Questi sono gli elementi che caratterizzano le richieste di pagamento avanzate da Agenzia delle Imprese srls e da Stendardo Carmine; non vanno confusi con gli avvisi di pagamento emessi dagli uffici camerali, nè tali soggetti sono incaricati dalla Camera di commercio di incassare alcunchè. Facimile richiesta ingannevole
Richieste di pagamento per l'iscrizione a Repertori, Elenchi, Annuari, etc. tramite bollettino postale non vanno confuse con il pagamento del diritto annuale che si può versare unicamente con il modello di pagamento unificato F24.
Esempi di bollettini ingannevoli
Siti internet simili e registrazioni on-line
Alcuni soggetti offrono di inserire i dati delle aziende nel proprio registro internet che, nel nome o nel tipo di servizi, hanno assonanze con quelli della Camera di commercio o del sistema camerale. Questa promozioni sono apparentemente gratuite ma nel testo a carattere più piccolo il firmatario si obbliga a versare un canone pluriennale.
Poichè le condizioni contrattuali sono esposte, benchè in piccolo, il contratto è valido a tutti gli effetti di legge.
Cosa bisogna fare
La Camera di commercio consiglia di leggere attentamente il testo prima di accettare un'offerta e, prima di firmare, esaminare soprattutto i seguenti aspetti:
I contratti firmati possono essere disdetti entro i limiti di tempo previsti dalla legge oppure affidandosi ad un legale.
Se si ritiene di aver firmato un contratto perchè indotti in errore da una pubblicità ingannevole è possibile, e consigliato, inviare le proprie circostanziate segnalazioni all'Autorità garante della concorrenza e del mercato, ai fini della pronuncia di ingannevolezza della comunicazione sotto il profilo degli interessi collettivi, ai sensi del decreto legislativo 145/2007. Sulla base di tale pronuncia gli interessati potranno poi agire a titolo individuale ai fini della invalidazione del relativo contratto e del risarcimento dei danni subiti individualmente.
Gli stessi soggetti possono anche rivolgersi al giudice ordinario ai sensi delle norme dl codici civile che vietano gli atti di concorrenza sleale in base al disposto degli articoli 2598, 2599 e 2600 del codice civile, restando in ogni caso salvo l'esercizio dell'azione per gli eventuali profili penali.
"Io non ci casco!” è il titolo del Vademecum anti-inganni dell’Autorità Antitrust contro le indebite richieste di pagamento alle aziende.
Sul sito dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato è possibile consultare i provvedimenti sanzionatori per pubblicità ingannevole:
Di seguito sono elencate alcune comunicazioni ricevute da imprese mantovane. In attesa di raccogliere notizie più precise, rinnoviamo la raccomandazione a prestare particolare attenzione prima di firmare e di pagare: