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Palazzo Andreani

Inaugurata il 1° ottobre 1914 la sede della Camera di commercio è il frutto di una spiccata individualità creativa che va oltre gli stili dell'epoca e i confini della professione di architetto del giovane Aldo Andreani. Le ibride forme architettoniche sono il manifesto di una costruzione fondata sul reimpiego degli stili del passato disponibile a contaminazioni di registri diversi anche se tendente a un'accentuazione dell'aspetto decorativo. Lo stile Liberty o floreale, che nasce sul finire dell'800 per diffondersi rapidamente in tutta Europa, trae dalla stilizzazione del fiore e in generale dalla natura, dalla vegetazione le sue forme; viene applicato dapprima nella produzione mobiliare per estendersi alla decorazione pittorica e scultorea e quindi a tutta l'arte industriale. Fu stranamente poco apprezzato dai contemporanei i quali nella nuova espressione architettonica, vedevano una mancata ispirazione unitaria a causa dell'introduzione di elementi orientali e bizantini. Il Liberty è l'ultimo stile poiché dopo l'architettura perde ogni forma decorativa per diventare ingegneria. E' proprio l'edificio camerale che, a Mantova, sintetizza un'epoca e che rappresenta l'unione felice tra architettura e pittura. E' nell'interno che si gustano maggiormente gli elementi decorativi 1 - 2 dove è possibile la visione del particolare e dove la plasticità e il movimento si fondono in un gioco di linee e colori. Il palazzo ha e dà un senso di grandiosità, presentandosi come un incastro felice tra l'antico usato come base e lo stile orientale come novità, apprezzato successivamente dai posteri. Chi sale lo scalone a forbice, che si biparte all'ammezzato e a fronte scende all'antistante Loggia dei Mercanti fornendo due ingressi da opposte direzioni - una da Via Calvi e l'altra da via Goito -, trovandosi sul pianerottolo ha l'impressione di essere sospeso a metà nel cavo del palazzo. La torre 1 - 2 - 3 - 4 inclusa prende luce da una copertura in vetro, in origine giallo trasparente, distribuendo all'interno il colore dorato con cui sono dipinte tutte le svecchiature a intonaco sui quattro lati delle facciate. Le pitture che fiancheggiano lo scalone a forbice non godono di uno spazio idoneo all'osservazione per le dimensioni considerevoli in confronto alla ridotta prospettiva visuale possibile. I dipinti murali sono opera di Arrigo Andreani, fratello dell'architetto, e riproducono, a destra salendo lo scalone, la proclamazione del primo console di Mantova e a sinistra una festa popolare per il varo di una grande imbarcazione. Le scene sono piene di vita, festose e con colori vivaci. Non c'è luogo in tutta la costruzione dove la luce riposi con tagli netti e ombre cupe o aperta illuminazione. Il chiaroscuro diminuisce progressivamente dal basamento sino alla trama di mattone del terzo piano che compare in alcuni punti al secondo piano realizzando una debole sutura tra le parti concepite come se si trattasse di tre diverse costruzioni, mentre la pietra di ceppo si riduce salendo. Così ogni ordine ha un incremento cromatico progressivo che va a concludersi nella decorazione della gronda sovrastata da un attico, simile a quello che Giulio Romano concepì per Palazzo Te. L'edificio appare diverso come se si fosse dirimpetto a quattro palazzi simili, ma differenti. Le quattro facciate con cornice superiore ricorrente, attico traforato con alternanza di pilastrin,i sembrano giocare con le finestre tra alternanze di oggetti. Le arcate a tutto sesto limitano a piano terra l'area mercantile che Andreani ricava sui due lati formando un ampio spazio angolare, che abbraccia due vie, destinato alla Borsa dei Cereali, e denominato 'Loggia dei mercanti' il cui motivo ispiratore era l'idea di un mercato aperto sulla città, sulla strada come insegnava l'antica tradizione commerciale mantovana. L'ingresso principale su via Calvi, che dà direttamente sullo scalone, è segnato dai lunghissimi colonnini che accentuano il già esasperato verticalismo della finestra sopra la porta e un tripudio di affollate semicolonne, paraste, colonne diversamente concepite ai lati dell'ingresso sovrastato dalla scritta 'Camera di Commercio' incisa nella pietra e sostenuta da capitelli che poggiano su tozze colonne laterali legate a due piccole finte colonne da un serpentiforme motivo vegetale in ferro battuto. Il tutto come a voler incorniciare l'ingresso Il prospetto su via Castiglioni è il più esteso in senso orizzontale. E' segnato a mezzo da una sezione circolare che determina un grande arco e da una sequenza di speroni acuminati, all'altezza dell'ammezzato e che rispondono in verticale alle grandi mensole della gronda cui è assegnata importanza nella definizione dell'edificio in quanto elemento unificante per tutto il perimetro con la bipartizione sugli angoli allo scopo di evitare lo schiacciamento dell'ombra causata. La facciata su via Goito apparentemente gira l'angolo continuando i moduli che si affacciano su via Castiglioni. E' provvista di un importante ingresso sulla sinistra oggi murato. Elemento caratteristico della superficie su via Goito è la cornice orizzontale costituita da una ghiera in terracotta che riprende un motivo medioevale in margine a una larga fascia d'intonaco graffito a palmette in stile Liberty. Mentre l'angolo sinistro della facciata è introflesso, quello destro - via Goito, via Spagnoli - è estroflesso quasi rivoltando lo stesso disegno e gli altri tre, composti da due fasci di colonne sembrano comprimere, inglobandolo, un più grosso fusto centrale. La facciata su via Spagnoli è divisa in due parti: quella vuota che si assomma all'aperto su via Calvi e ne ripete il motivo chiaroscuro invertendo i blocchi con un volume pieno, a destra, destinato in origine a ristorante - bar. A metà del volume Andreani pone una tripla parata di colonne appaiate come a voler frazionare la sequenza delle arcate delimitando uno spazio quadrato quasi separato dall'ampia platea complessiva ottenendo una schermatura alla prospettiva del loggiato. La loggia ha un motivo di archi diversi, a tutto sesto e ad arco ribassato policentrico, per movimentare la struttura. Il carattere principale di questa facciata è costituito dalle cancellate in ferro battuto realizzati dal veneziano Umberto Bellotto. Quelle su via Calvi hanno motivi medioevaleggianti e il bordo superiore è percorso da palmette acuminate, eccetto quelle ai due estremi che sono a foglie. Le cerniere si legano alle colonne con un bracciale. Gli infissi in ferro interni e esterni, sono tutti differenti tra loro e ricorre la struttura a anelli concatenata di memoria gonzaghesca.

Dove andare

ORARI E MODALITA' DI VISITA 
Visita solo su prenotazione come da regolamento

PER INFORMAZIONI 
Galleria "Arte e Arti" della Camera di Commercio di Mantova
Ufficio Provveditorato
Via Pietro Fortunato Calvi, 28
46100 Mantova
Tel 0376234261/283
Fax 0376234234
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